Andreco for The New Year Eve 2015
Torniamo all’ultimo giorno dell’anno, Andreco è stato scelto dalla città di Bologna per realizzare l’iconico Vecchione, scultura di dodici metri che rappresenta l’anno passato e che viene bruciata in Piazza Maggiore proprio durante i festeggiamenti di Capodanno.
Tradizione ormai consolidata da ben 12 anni quella del Vecchione: Bologna sceglie ogni anno un artista differente, legato alla città, che ha quindi il compito di progettare la scultura. Il grande interprete Italiano ha presentato due distinti progetti, il primo legato alla realizzazione dell’iconica statua, il secondo una performance prima del grande rogo rispettivamente dal titolo “Più forti dei guai” e “Flags Up and Tongues Sticked Out”.
Il gesto di bruciare un oggetto, simbolo qui dell’anno che volge al termine, rappresenta un istante di purificazione estrema. Da questi idea Andreco, legato ad una ricerca che ha saputo mettere l’accento sulla natura e sul legame che intercorre tra la stessa e l’essere umano, sviluppa il suo concetto di vecchione. Il grande autore Italiano raccoglie quelli che sono macro-fattori che hanno si conseguenze globali, ma che al tempo stesso continuano ad influire sulla vita di ciascuno di noi. La riflessione dell’autore si sposta quindi da un concetto preciso, legato alla propria personale fascinazione ed ai temi cari al suo percorso produttivo, ad una riflessione su temi che riguardano ciascuno di noi. In questo modo temi come l’autoritarismo, gli abusi di potere, la corruzione e le speculazioni finanziarie che tanto stanno colpendo i cittadini, la società sempre più consumistica e schiava di economie capitalistiche, la finta democrazia, l’intolleranza, il razzismo, il sessismo, l’omofobia, l’ottusità e la stupidità, capaci di entrare in contatto con la nostra vita quotidiana di ognuno di noi, divengono i malanni ed i problemi che nel corso di un anno ognuno di noi ha dovuto affrontare, i nostri guai. Per iniziare al meglio questo 2015, l’artista sceglie di bruciare tutti i nostri guai, con la consapevolezza che gli stessi vanno combattuti alla radice e che bisogna essere appunto ‘Più forti dei guai’.
Il secondo progetto, prende vita negli istanti precedenti al rogo della scultura, si tratta di una performance/rituale collettivo in cui l’artista ha chiesto ad amici ed amiche di dipingere alcune bandiere e di bruciarle poi con il rogo del Vecchione. Ciascuna della bandiere nere, da una parte portava il volto del Vecchione serigrato, dall’altra invece uno dei disegni degli artisti coinvolti tra cui: Blu, Carola Bonfili, Andrea Casciu, Allegra Corbo, Andrea D’Ascanio, Dem, 2501, Mp5, Matteo Nasini, Massimiliano Nazzi, Padiy, Paperesistance, Gio Pistone, Davide Zucco, con gli amici Luca Antonozzi, Claudio Musso, Fabiola Naldi, Olivia Wolf, Paride Piccinini, Eric Surmount, Eleonora Venturella, e qualcuno degli autori, che si sono occupati del rituale. L’idea si sviluppa essenzialmente su due riflessioni, la prima sull’effimero, in cui la stessa arte se fosse distrutta, un attimo dopo che è stata creata, rimarrebbe unicamente sotto forma di ricordo, un esperienza effimera e non in grado di alimentare il mercato consumistico. La seconda riflessione raccoglie l’idea di amicizia. Andreco riflettere sul valore di questo sentimento all’interno di un contesto sociale, politico ed economico sempre più difficile.
“Essa rappresenta una sorta di spazio autonomo che si sottrae al mondo delle inimicizie istituzionalizzate, uno spazio vitale e concreto, ma al contempo simbolico e ideale, nel quale sperimentare la propria umanità in modo libero, senza le costrizioni imposte dal ruolo sociale. – Francesco Codello, Né obbedire né comandare, Ed. Eleuthera.
Null’altro da aggiungere, ad accompagnare il nostro testo una bella serie di scatti con tutte le fasi di realizzazione del progetto, dateci un occhiata, siamo certi infatti che anche voi come noi non mancherete di apprezzare.
Pics by Eleonora Trovato, Mario Carlini, Luca Sgamellotti