AK – “Illusory profile” New Mural in Torino
Continuiamo con interesse a vedere da vicino l’evoluzione del lavoro di AK (The Boost), l’artista ha infatti da poco terminato un nuovo intervento all’interno di un vecchio edificio abbandonato in quel di Torino.
Quest’ultimo lavoro segna l’ennesimo passo importante nel percorso sviluppato dall’artista, AK prosegue la sua ricerca visiva mischiando nuovamente le carte in tavola, in un continuo sviluppo artistico che lo vede però mantenere inalterate le basi del suo operato. Il triangolo rettangolo isoscele rimane la figura di riferimento per le sue produzioni, così come la sempre presente inflessione illusoria dei suoi lavori, spinta qui, dobbiamo dirlo, ad un nuovo livello che ci ha seriamente coinvolto e colpito.
In “Illusory Profile”, questo il nome dell’ultimo elaborato, AK si spinge verso una visione differente, si tratta infatti di un omaggio a Gaetano Kanizsa ed alla sua peculiare visione del triangolo, l’interprete fà suo il concetto del pittore/psicologo italiano unificandolo al proprio immaginario e sviscerando un lavoro complesso e decisamente più percettivo.
In questo intervento l’interprete sceglie quindi di non disegnare le sue geometrie, piuttosto attraverso la pittura di una serie di forme sferiche dà vita, ne calca gli angoli lasciando a noi il compito di completare ogni figura celata. L’idea dell’artista è quindi quella di una visione illusoria delle sue configurazioni, di fatto non sono presenti e visibili alla vista, ma delineandone le estremità, AK lascia che sia la nostra mente a riempire gli spazi e le linee mancanti. Emerge così tutta l’intelligenza di un lavoro profondo che gioca con le nostre corde visive, che ci spinge ad osservare, tra figure immaginate e nascoste, è tutto lì e va solo immaginato. La tendenza organizzativa del cervello sviluppa le immagini facendole risaltare rispetto allo sfondo, di fatto completa quello che non è presente ma, ancora più interessante, è vedere come l’artista riesca a giocare addirittura con la profondità inserendo parti e porzioni più piccole, riuscendo così a rappresentare un grande configurazione che va ad abbracciare un forte senso di profondità o tridimensionalità, anche qui in base a come decidiamo di osservare le figure.
Quest’ultimo pezzo spinge così l’artista attraverso un nuovo canale comunicativo, gioca con la nostra mente l’interprete, sviscerando il proprio immaginario attraverso strumenti visivi differenti, lasciandoci la scelta di poter osservare l’elaborato secondo la nostra personale inflessione soggettiva, il tutto restando fedele ai cardini del proprio stile, un opera da vedere e rivedere che ci ha divertito e fortemente interessato.
Thanks to The Artist for The Pics