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GORGO

A Day With: Tellas

Mattina fredda, zaino in spalla, beanie in testa e via, sono partito alla volta di Fossalta di Portogruaro, carico di adrenalina che pompava sangue in tutto il corpo, ho sfidato il freddo e mi sono affidato alla nostra beneamata rete ferroviaria nazionale per raggiungere uno di quegli artisti di cui mi piace tanto parlarvi.

RIZOO è un’associazione culturale con base a Portogruaro, i suoi membri sono professionisti in diversi settori, dall’architettura, all’arte, alla comunicazione, l’obiettivo principale che si pone è quello di discutere e proporre l’attuale panorama artistico-culturale attraverso interventi multidisciplinari, mostre, esibizioni offrendo una fruizione unica che possa valorizzare l’arte in tutte le sue forme. I ragazzi sanno il fatto loro, nonostante si trovino in una piccola realtà cittadina hanno messo in piedi un progetto ben curato, hanno avuto l’intelligenza di porsi in un modo sincero ed onesto e soprattuto si sono rivelati molto disponibili.

Tellas è stato invitato dall’Associazione per una esibizione e sopratutto per coprire un gigantesco muro all’interno del centro cittadino, e io c’ero, un paio di settimane prima l’avevo sentito e ci siamo messi d’accordo e non nascondo che l’emozione è stata grande.

Durante il viaggio la mia mente ha iniziato a volare, è stata la prima volta che potevo osservare da vicino quello che mi piace e di cui sono solito parlarvi. Arrivato sul posto, mi sono trovato davanti un opera in fase di creazione, la gigantesca facciata era stata coperta nei giorni precedenti con alcune tinte, e già si intravedevano le pennellate canoniche dell’artista. Mi aspettavo un’enorme forma bianca ed invece ho trovato un continuo cambio di colori che si muovevano armonicamente verso la parte centrale, cambiando tonalità, addolcendosi e offrendo una maestosa profondità, la realizzazione di un idea in testa, da brividi.

Il senso di disorientamento iniziale, e sopratutto un certo timore reverenziale mi hanno giocato un brutto scherzo, con un atteggiamento parecchio legnoso ho fatto la conoscenza di Tellas che invece si è dimostrato fin da subito, e con mio grande stupore, estremamente cordiale ed aperto il che ha facilitato il mio successivo trovarmi a mio agio. Ci si aspetta la grande star davanti a certi nomi e invece l’uomo dietro lo pseudonimo mi ha colpito innanzitutto per la grande umiltà e semplicità, ho avuto modo di conoscere innanzitutto una persona ed era quello, in parte l’intento.

Non volendo intromettermi troppo nel lavoro mi sono limitato ad osservare in silenzio tutto il processo creativo, Tellas armato di pennello è salito sul camion con cestello e si è alzato sul muro per iniziare la seconda e delicatissima fase, concedendomi anche un gitarella in alto insieme a lui.
Una serie di movimenti su e giù, destra e sinistra per arricchire il pezzo con le canoniche foglie, da destra a sinistra prima più piccole fino all’esplosione nella parte centrale per poi ritornare a rimpicciolirsi verso l’angolo opposto il tutto per donare profondità e rotondità all’opera nel suo insieme.

Il concetto che vuole esprimere Tellas è di un profondo attaccamento con la natura, le foglie, i sassi, da cui deriva il suo stesso nome, rappresentano il vastissimo immaginario che l’artista fa esplodere nei suoi lavori, gli stessi colori scelti non sono a caso ma rappresentano senza dubbio l’ennesimo filo invisibile e viscerale. La sensazione che ho avuto è che il disegno sia estremamente spesso, non si limita ad un piattume ma si addentra, esattamente come se fossimo all’interno di un bosco, nelle remote percezioni, l’occhio viene catturato da ogni singola linea e ne ricerca la fine per poi trovarne un altra e via così fino ad avere in testa l’immagine nel suo insieme, una scossa percettiva continua che viene in parte trasmessa dalle immagini in calce.

Ho avuto il piacere di poterlo ammirare all’opera quasi in trance mentre dipingeva una per una ogni singola foglia, dove quando terminata una piccola parte scendeva a controllare da lontano il lavoro, ho visto il realizzarsi di un idea, di un concetto in testa ed è stato incredibilmente appagante ed emozionante.

Le chiacchierate che mi si offrivano durante un intervallo ed un altro mi hanno fatto approfondire una realtà parallela dove ho capito che il concetto di strada non si ferma ad una semplice pintata ma piuttosto si tratta di incontrare persone, condividere emozioni ed esperienze, aprirsi all’altro e creare dei legami che vanno al di là di un nome o di un opera in se.

Pics by Gorgo and Eva Ligas

A Day With: Tellas

Mattina fredda, zaino in spalla, beanie in testa e via, sono partito alla volta di Fossalta di Portogruaro, carico di adrenalina che pompava sangue in tutto il corpo, ho sfidato il freddo e mi sono affidato alla nostra beneamata rete ferroviaria nazionale per raggiungere uno di quegli artisti di cui mi piace tanto parlarvi.

RIZOO è un’associazione culturale con base a Portogruaro, i suoi membri sono professionisti in diversi settori, dall’architettura, all’arte, alla comunicazione, l’obiettivo principale che si pone è quello di discutere e proporre l’attuale panorama artistico-culturale attraverso interventi multidisciplinari, mostre, esibizioni offrendo una fruizione unica che possa valorizzare l’arte in tutte le sue forme. I ragazzi sanno il fatto loro, nonostante si trovino in una piccola realtà cittadina hanno messo in piedi un progetto ben curato, hanno avuto l’intelligenza di porsi in un modo sincero ed onesto e soprattuto si sono rivelati molto disponibili.

Tellas è stato invitato dall’Associazione per una esibizione e sopratutto per coprire un gigantesco muro all’interno del centro cittadino, e io c’ero, un paio di settimane prima l’avevo sentito e ci siamo messi d’accordo e non nascondo che l’emozione è stata grande.

Durante il viaggio la mia mente ha iniziato a volare, è stata la prima volta che potevo osservare da vicino quello che mi piace e di cui sono solito parlarvi. Arrivato sul posto, mi sono trovato davanti un opera in fase di creazione, la gigantesca facciata era stata coperta nei giorni precedenti con alcune tinte, e già si intravedevano le pennellate canoniche dell’artista. Mi aspettavo un’enorme forma bianca ed invece ho trovato un continuo cambio di colori che si muovevano armonicamente verso la parte centrale, cambiando tonalità, addolcendosi e offrendo una maestosa profondità, la realizzazione di un idea in testa, da brividi.

Il senso di disorientamento iniziale, e sopratutto un certo timore reverenziale mi hanno giocato un brutto scherzo, con un atteggiamento parecchio legnoso ho fatto la conoscenza di Tellas che invece si è dimostrato fin da subito, e con mio grande stupore, estremamente cordiale ed aperto il che ha facilitato il mio successivo trovarmi a mio agio. Ci si aspetta la grande star davanti a certi nomi e invece l’uomo dietro lo pseudonimo mi ha colpito innanzitutto per la grande umiltà e semplicità, ho avuto modo di conoscere innanzitutto una persona ed era quello, in parte l’intento.

Non volendo intromettermi troppo nel lavoro mi sono limitato ad osservare in silenzio tutto il processo creativo, Tellas armato di pennello è salito sul camion con cestello e si è alzato sul muro per iniziare la seconda e delicatissima fase, concedendomi anche un gitarella in alto insieme a lui.
Una serie di movimenti su e giù, destra e sinistra per arricchire il pezzo con le canoniche foglie, da destra a sinistra prima più piccole fino all’esplosione nella parte centrale per poi ritornare a rimpicciolirsi verso l’angolo opposto il tutto per donare profondità e rotondità all’opera nel suo insieme.

Il concetto che vuole esprimere Tellas è di un profondo attaccamento con la natura, le foglie, i sassi, da cui deriva il suo stesso nome, rappresentano il vastissimo immaginario che l’artista fa esplodere nei suoi lavori, gli stessi colori scelti non sono a caso ma rappresentano senza dubbio l’ennesimo filo invisibile e viscerale. La sensazione che ho avuto è che il disegno sia estremamente spesso, non si limita ad un piattume ma si addentra, esattamente come se fossimo all’interno di un bosco, nelle remote percezioni, l’occhio viene catturato da ogni singola linea e ne ricerca la fine per poi trovarne un altra e via così fino ad avere in testa l’immagine nel suo insieme, una scossa percettiva continua che viene in parte trasmessa dalle immagini in calce.

Ho avuto il piacere di poterlo ammirare all’opera quasi in trance mentre dipingeva una per una ogni singola foglia, dove quando terminata una piccola parte scendeva a controllare da lontano il lavoro, ho visto il realizzarsi di un idea, di un concetto in testa ed è stato incredibilmente appagante ed emozionante.

Le chiacchierate che mi si offrivano durante un intervallo ed un altro mi hanno fatto approfondire una realtà parallela dove ho capito che il concetto di strada non si ferma ad una semplice pintata ma piuttosto si tratta di incontrare persone, condividere emozioni ed esperienze, aprirsi all’altro e creare dei legami che vanno al di là di un nome o di un opera in se.

Pics by Gorgo and Eva Ligas