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GORGO

James Kalinda x Signora K x Nicola Alessandrini in Macerata

Durante gli intensi giorni del Ratatà Festival di Macerata, James Kalinda, Signora K e Nicola Alessandrini hanno unito gli sforzi, andando a realizzare una nuova e pazzesca pittura all’interno degli spazi del CSA Sisma.

Apriamo il nostro coverage sulla rassegna con il botto. Svoltosi nella prima settimana di Aprile, il festival di fumetto, illustrazione, grafica ed editoria indipendente, ha offerto tre giorni di mostre, eventi concerti e laboratori, dove la tematica comune non poteva che essere l’autoproduzione

È sempre piuttosto interessante osservare come autori differenti, riescano ad interagire tra loro sviluppano un corpo pittorico unico, scandito da comuni e differenti attrattive stilistiche e capace di veicolare riflessione sfaccettate e profonde. L’opera realizzata da Nicola Alessandrini, Signora K e James Kalinda arriva a noi con un impatto fragoroso, potente ed in grado di risvegliarci dal torpore.

L’opera raccoglie differenti riflessione, sulla natura, sull’uomo e sulla sua condizione, cambiando i connotati delle figure, tra momenti di purezza ed istanti maggiormente violenti, con la natura che inevitabilmente diviene parte di questo ciclo di trasformazione oscura e raccapricciante.

Da sinistra verso destra, ad aprire l’intervento è James Kalinda, l’interprete porta in dote la consueta visione oscura, tetra e decadente, proiettando questa volta le personali fascinazioni in un nuovo stimolo naturale. il percorso dell’artista è strettamente connesso ad una commutazione nell’aspetto esteriore dei suoi soggetti. La fisicità di questi viene irrimediabilmente trasformata, letteralmente sciolti, i connotati rivelano tutto quel caleidoscopio di sentimenti oscuri, mistici e finalmente capaci di emergere, di esporsi e di trasformare il volto ed il corpo. Il degrado, il malessere, l’agonia danno forma e sostanza ad ombre oscure, sinistre, e quanto mai capaci di porsi come ideale analogia delle difficoltà della vita, delle inquietudini e della fragilità intrinseca dell’uomo moderno. La scelta ricade come sempre sull’utilizzo del viola e del nero come principali tonalità, atte a dare forma e sostanza alla medusa gigante realizzata.

Lo stacco proposto dalla Signora K, rappresenta un momento di quiete, sia visiva, grazie all’utilizzo unicamente del bianco e del nero, sia percettivo, con la figura femminile rannicchiata e sospesa in una posa di quiete. È l’opportunità per una nuova immersione all’interno delle particolari percezioni ancestrali dell’interprete, una dialettica visiva la sua legata si al gesto pittorico, ma capace al tempo stesso di svilupparsi attraverso differenti medium e stimoli visivi. L’autrice riversa il proprio interesse in una pittura che accoglie la figura della donna non come protagonista, ma come comprimario di un personale universo scandito dalla natura, o come ideale raffigurazione della stessa. Quest’ultima, diviene elemento imprescindibile, volano espressivo sul quale basare e stimolare emozioni e spunti differenti.

L’ultima parte realizzata da Nicola Alessandrini, si ricollega con il principio, chiudendo il cerchio e raccogliendo una comune eredità tonale. Al centro del rappresentazione ritroviamo la figura dell’uomo, filtrata attraverso il peculiare immaginario dell’interprete. Il confronto è quindi nuovamente scandito da attimi rabbiosi, violenti, catartici per la loro profondità espressiva e quanto mai capaci di raffigurare al meglio la violenza dei tempi moderni. L’autore continua a interpretare personalmente la particolare condizione esistenziale dell’uomo moderno, l’eredità è scandita da uno spettro emotivo cupo, oscuro e tetro, la carne ed i corpi divengono involucri flaccidi e passivi, si spezzano, si piegano e si trasformano, trapassati da un senso da un malessere continuo e profondo, sono l’ideale specchio nonché rappresentazione diretta e priva di censura, dell’animo corrotto, lesionato ed in metastasi dell’essere umano.

Ad accompagnare il nostro testo una bella e ricca serie di scatti con tutti i dettagli di quest’ultima fatica, il consiglio è quello di mettersi comodi e darci un occhiata, nei prossimi giorni proseguiremo il nostro recap sulle meraviglie del festival, stay tuned!

Thanks to The Artists for The Pics

James Kalinda x Signora K x Nicola Alessandrini in Macerata

Durante gli intensi giorni del Ratatà Festival di Macerata, James Kalinda, Signora K e Nicola Alessandrini hanno unito gli sforzi, andando a realizzare una nuova e pazzesca pittura all’interno degli spazi del CSA Sisma.

Apriamo il nostro coverage sulla rassegna con il botto. Svoltosi nella prima settimana di Aprile, il festival di fumetto, illustrazione, grafica ed editoria indipendente, ha offerto tre giorni di mostre, eventi concerti e laboratori, dove la tematica comune non poteva che essere l’autoproduzione

È sempre piuttosto interessante osservare come autori differenti, riescano ad interagire tra loro sviluppano un corpo pittorico unico, scandito da comuni e differenti attrattive stilistiche e capace di veicolare riflessione sfaccettate e profonde. L’opera realizzata da Nicola Alessandrini, Signora K e James Kalinda arriva a noi con un impatto fragoroso, potente ed in grado di risvegliarci dal torpore.

L’opera raccoglie differenti riflessione, sulla natura, sull’uomo e sulla sua condizione, cambiando i connotati delle figure, tra momenti di purezza ed istanti maggiormente violenti, con la natura che inevitabilmente diviene parte di questo ciclo di trasformazione oscura e raccapricciante.

Da sinistra verso destra, ad aprire l’intervento è James Kalinda, l’interprete porta in dote la consueta visione oscura, tetra e decadente, proiettando questa volta le personali fascinazioni in un nuovo stimolo naturale. il percorso dell’artista è strettamente connesso ad una commutazione nell’aspetto esteriore dei suoi soggetti. La fisicità di questi viene irrimediabilmente trasformata, letteralmente sciolti, i connotati rivelano tutto quel caleidoscopio di sentimenti oscuri, mistici e finalmente capaci di emergere, di esporsi e di trasformare il volto ed il corpo. Il degrado, il malessere, l’agonia danno forma e sostanza ad ombre oscure, sinistre, e quanto mai capaci di porsi come ideale analogia delle difficoltà della vita, delle inquietudini e della fragilità intrinseca dell’uomo moderno. La scelta ricade come sempre sull’utilizzo del viola e del nero come principali tonalità, atte a dare forma e sostanza alla medusa gigante realizzata.

Lo stacco proposto dalla Signora K, rappresenta un momento di quiete, sia visiva, grazie all’utilizzo unicamente del bianco e del nero, sia percettivo, con la figura femminile rannicchiata e sospesa in una posa di quiete. È l’opportunità per una nuova immersione all’interno delle particolari percezioni ancestrali dell’interprete, una dialettica visiva la sua legata si al gesto pittorico, ma capace al tempo stesso di svilupparsi attraverso differenti medium e stimoli visivi. L’autrice riversa il proprio interesse in una pittura che accoglie la figura della donna non come protagonista, ma come comprimario di un personale universo scandito dalla natura, o come ideale raffigurazione della stessa. Quest’ultima, diviene elemento imprescindibile, volano espressivo sul quale basare e stimolare emozioni e spunti differenti.

L’ultima parte realizzata da Nicola Alessandrini, si ricollega con il principio, chiudendo il cerchio e raccogliendo una comune eredità tonale. Al centro del rappresentazione ritroviamo la figura dell’uomo, filtrata attraverso il peculiare immaginario dell’interprete. Il confronto è quindi nuovamente scandito da attimi rabbiosi, violenti, catartici per la loro profondità espressiva e quanto mai capaci di raffigurare al meglio la violenza dei tempi moderni. L’autore continua a interpretare personalmente la particolare condizione esistenziale dell’uomo moderno, l’eredità è scandita da uno spettro emotivo cupo, oscuro e tetro, la carne ed i corpi divengono involucri flaccidi e passivi, si spezzano, si piegano e si trasformano, trapassati da un senso da un malessere continuo e profondo, sono l’ideale specchio nonché rappresentazione diretta e priva di censura, dell’animo corrotto, lesionato ed in metastasi dell’essere umano.

Ad accompagnare il nostro testo una bella e ricca serie di scatti con tutti i dettagli di quest’ultima fatica, il consiglio è quello di mettersi comodi e darci un occhiata, nei prossimi giorni proseguiremo il nostro recap sulle meraviglie del festival, stay tuned!

Thanks to The Artists for The Pics