AK – “Geometric Illusion” New Mural inside an Abandoned Factory

Continuiamo interessati a farci trasportare all’interno dell’immaginario di AK (The Boost), l’artista sta attraversando davvero un intensissimo momento produttivo, qui l’ultimo lavoro che prende nuovamente vita all’interno di un vecchio stabile offrendoci l’opportunità di un nuovo piccolo viaggio all’interno della personale visione dell’artista.

Ancora una volta il palcoscenico perfetto per l’artista è l’ennesimo edificio abbandonato, la quiete stimola la creatività dell’interprete che prosegue la sua personale ricerca sulla forma e sulle differenti declinazioni del triangolo rettangolo isoscele, ed è proprio in questa suo personale dictat visivo che stiamo sempre di più notando la forte intenzione da parte di AK di misurarsi con esperimenti geometrici mano a mano più complicati e intricati, sembra voler spingersi costantemente oltre affrontando lo spazio a disposizione attraverso alchimie differenti, giochi di prospettiva fino ad arrivare alla componente ipnotica che ne caratterizza il lavoro fin nelle viscere. Tutto il lavoro e la ricerca si riversano sugli spot a disposizione ma intrinsecamente passano nella mente e nelle impressioni di chi ci si ritrova di fronte, di ci si interroga e chi come noi osserva con calma e pazienza, lasciandosi trasportare dalla linee e dalle figure che mano mano si modellano e si mescolano tra loro, come un gioco che nasconde più oggetti all’interno dello stesso, una visione disturbata di più elementi, un impatto fragoroso.

I differenti percorsi visivi intrapresi da AK all’interno del suo lavoro, in quest’ultimo intervento dal nome “Geometric Illusion”, si affievoliscono in una delle pratiche maggiormente suggestive in tutto il variegato operato che l’artista è solito presentarci. Attraverso il tratto come sempre iper pulito e preciso, la dinamica ipnotica è fortemente alta, all’interno di un tessuto imbastito dallo stesso artista si sviluppano due singole figure, le vediamo letteralmente emergere dalla superficie con un suggestivo effetto di tridimensionalità, all’interno delle stesse l’interprete gestisce una serie di forme più piccole che continuano sul percorso a tre dimensioni. L’effetto finale è quello di un opera mutevole e soprattutto prospettica, le figure sfruttano a pieno tutti i livelli della superficie a disposizione dimostrando ancora una volta tutta la sensibilità di AK verso gli espedienti visivi, le sovrapposizione di più livelli in unico oggetto o lavoro, arrivando infine ad una totale assuefazione ipnotica verso il corpo dell’intervento, totale.

Thanks to The Artist for The Pics