AK – New Mural inside an Abandoned Factory

AK continua il personale rapporto con luoghi ed edifici abbandonati a se stessi, in questi particolari ambienti l’artista riesce ad esprimere al meglio tutta la sua personale visione artistica immettendo nei muri distrutti e tetri di questi palazzoni la propria componente propriamente geometrica, giocando ed interagendo con la superficie a disposizione disincantandone la componente visiva ed apportando sullo stesso il personale tratto e stile.
L’ultima magia dell’artista prende vita all’interno dell’ennesimo vecchio stabile, a fare capolino questa volta è una complessa figura dall’insolito aspetto rosso vivo che va a cambiare completamente l’aspetto di questa porzione di parete.

Il confronto con le opere di AK ci risulta sempre nuovo e di grande effetto, l’artista continua il proprio percorso di ricerca stilistica affrontando gli spazi a disposizione attraverso un tratto pulito e fortemente legato alla figura del triangolo rettangolo isoscele. Quello che potrebbe rivelarsi un limite intrinseco del suo lavoro rappresenta di fatto l’effettiva forza, l’artista parte da questa particolare figura geometrica per creare le personali composizioni. La ricerca della forma e soprattutto una grande sensibilità verso gli espedienti visivi, i giochi ipnotici e le sovrapposizioni su più livelli di strutture e figure differenti rappresentano il cuore pulsante dei suoi stessi lavori, tutte queste componenti di fatto ne alimentano ed amplificano l’impatto finale offrendo all’interprete la possibilità di relazionarsi con lo spazi attraverso differenti e sempre nuovi percorsi visivi.

Quello che maggiormente colpisce è la sensazione che il lavoro di AK sia costantemente mutevole, il gioco ipnotico apportato dall’interprete italiano si dimostra sempre di un certo effetto, lasciandoci soprattutto la facoltà di decidere letteralmente cosa osservare, quale configurazione fare nostra per poi cambiare e riprendere a scavare tra le viscere dell’opera, notiamo così veri e propri livelli che si inseriscono tra il nostro sguardo e la parete sulla quale prende vita il disegno, basiti di fronte ai tagli netti e precisi delle figure le osserviamo danzare e liberarsi nello spazio fino a riprendere il proprio posto per cambiare forma, zucchero per gli occhi.

Thanks to The Artist for The Pics