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GORGO

Borondo – “Shame” New Mural in Athens

Dopo l’eccellente parete realizzata al MAAM di Roma (qui), sembra che Borondo non abbia affatto perso tempo, anzi l’artista si è spostato in Grecia dove ha da poco terminato un nuovo lavoro su vetro per le strade di Atene.

Abbiamo spesso lodato la capacità dell’artista di utilizzare differenti medium per i suoi lavori, Borondo non ferma la sua produzione unicamente su pareti o su tela, analizza lo spazio urbano e trova nei vetri, nelle cabine telefoniche, nelle superfici in plastica quello che è un ricco ed inesplorato habitat per le sue visioni. Pesanti e pungenti si fanno così largo i corpi dell’artista, rigorosamente nudi nella loro purezza visiva, frastagliati nelle incisioni dell’interprete che piuttosto che aggiungere decide di togliere fino a far affiorare di fatto l’immagine desiderata. L’idea stessa di lavorare su una superficie riflettente amplifica l’impatto di opere di questo tipo, dense di spunti, ci offrono l’opportunità di una immedesimazione inconscia, diventando di fatto noi stessi le persone raffigurate, un passaggio forte ed emblematico di una rappresentazione fisica, psicologica e visiva che da sempre accompagna le opere dell’artista. Il dialogo quindi che intercorre gli interventi di Borondo e lo spettatore a nostro avviso è la grande forza delle sue produzioni, l’impatto con i corpi, con gli istanti, i tormenti e le fragilità di una carne messa in bella mostra arrivano diretti all’osservatore, una scossa che riempie, forte e decisa fino ai nostri sentimenti più assopiti, e ci si ritrova da osservatori ad osservati.

Per questo suo ultimo pezzo Borondo prende ampio possesso di una grande serie di vetrate, l’interprete spagnolo con “Shame” tocca un nuovo tema, ancora una volta personale e sensibile. L’artista ci mostra la vergogna è lo fa con il consueto immaginario senza filtri, corpi nudi di avvicendano uno dopo l’altro, uomini e donne, il volto cancellato, irriconoscibile, i corpi nascosti dagli arti in un tentativo di distogliere lo sguardo che appare vano, inutile, è tutto qui, da vedere, da ammirare, da rimanere a bocca aperta, ancora una volta Borondo.

Thanks to The Artist for The Pics

Borondo – “Shame” New Mural in Athens

Dopo l’eccellente parete realizzata al MAAM di Roma (qui), sembra che Borondo non abbia affatto perso tempo, anzi l’artista si è spostato in Grecia dove ha da poco terminato un nuovo lavoro su vetro per le strade di Atene.

Abbiamo spesso lodato la capacità dell’artista di utilizzare differenti medium per i suoi lavori, Borondo non ferma la sua produzione unicamente su pareti o su tela, analizza lo spazio urbano e trova nei vetri, nelle cabine telefoniche, nelle superfici in plastica quello che è un ricco ed inesplorato habitat per le sue visioni. Pesanti e pungenti si fanno così largo i corpi dell’artista, rigorosamente nudi nella loro purezza visiva, frastagliati nelle incisioni dell’interprete che piuttosto che aggiungere decide di togliere fino a far affiorare di fatto l’immagine desiderata. L’idea stessa di lavorare su una superficie riflettente amplifica l’impatto di opere di questo tipo, dense di spunti, ci offrono l’opportunità di una immedesimazione inconscia, diventando di fatto noi stessi le persone raffigurate, un passaggio forte ed emblematico di una rappresentazione fisica, psicologica e visiva che da sempre accompagna le opere dell’artista. Il dialogo quindi che intercorre gli interventi di Borondo e lo spettatore a nostro avviso è la grande forza delle sue produzioni, l’impatto con i corpi, con gli istanti, i tormenti e le fragilità di una carne messa in bella mostra arrivano diretti all’osservatore, una scossa che riempie, forte e decisa fino ai nostri sentimenti più assopiti, e ci si ritrova da osservatori ad osservati.

Per questo suo ultimo pezzo Borondo prende ampio possesso di una grande serie di vetrate, l’interprete spagnolo con “Shame” tocca un nuovo tema, ancora una volta personale e sensibile. L’artista ci mostra la vergogna è lo fa con il consueto immaginario senza filtri, corpi nudi di avvicendano uno dopo l’altro, uomini e donne, il volto cancellato, irriconoscibile, i corpi nascosti dagli arti in un tentativo di distogliere lo sguardo che appare vano, inutile, è tutto qui, da vedere, da ammirare, da rimanere a bocca aperta, ancora una volta Borondo.

Thanks to The Artist for The Pics