Garten Milano – The Installations
Riprendiamo il nostro racconto all’interno di Garten Milano, dopo avervi mostrato le immagini delle pareti esterne qualche giorno fa (qui) è arrivato il momento di dare un occhiata agli allestimenti interni del progetto.
Ci eravamo interrotti proprio quando stavamo per varcare le porte del cancello ancora inebriati dai dipinti e incuriositi di vedere quanto gli artisti avevano elaborato all’interno del Superground, poco prima dell’ingresso veniamo accolti da Moneyless che attraverso una delle sue installazioni ci fà alzare i piedi da terra, una nuova sospensione alimentata da una figura geometrica, è un primo colpo, barcolliamo e decidiamo di entrare dentro.
Interattività forse è questo il termine più adatto per descrivere quello che gli artisti hanno proposto qui a Garten, la natura esplode attraverso mille forme, veniamo calamitati dalla grande costruzione nera sulla sinistra, un grande triangolo avvolto nell’oscura, 108, un portale con all’interno del quale abbiamo la possibilità di entrare e lo facciamo sbattendo il volto sui campanelli, chiudiamo, ci troviamo catapultati attraverso video e parti interne, dentro un bosco, suoni ed odori della natura, un piccolo viaggio dei sensi. Voltiamo lo sguardo e ci incuriosisce una forma triangolare, completamente bianca, la punta si accende di colore, un vero e proprio vulcano costruito da Geometricbang con l’assenza di colori, le sue forme questa volta compongono la superficie, piccoli spicchi in legno, procediamo verso un enorme nido, Martina Merlini e Tellas ci accompagnano nella casa degli uccelli, l’installazione risulta appoggiata a mezz’aria, è un intricato groviglio di legne, gli uccelli sono passati di qua per mettere casa, gli artisti ne costruiscono una, enorme, rappresenta una breccia nel loro mondo ed a noi non rimane che toccare ed ammirare in silenzio.
Il passo si ferma di botto, veniamo salutati da una figura strana, gli occhi grandi che scrutano, la bocca aperta come se volesse parlare e spiegarci qualcosa, il viso ricoperto da una maschera di legno, tra tartarughe e gusci, in alto spunta un uovo, DEM decide di simboleggiare la natura rappresentandolo con le fattezze umane, ma non è un uomo è quanto mai di più distante da esso, una figura distorta e completamente avvolta nella sua stessa natura. Più in là Andreco ci aspetta, poggia le basi della sua installazione sulla terra e lo fà con un forma che sà di urbano, in alto un enorme vaso con pianta al seguito dà come l’impressione di voler abbattere questo intricato lavoro, la forza incontrollabile della natura questa volta vince. Pensiamo che sia finita e invece c’è da affrontare un altro viaggio, entriamo nella camera di Alberonero, chiudiamo la tenda ci lasciamo trasportare dal suono dell’acqua e veniamo ipnotizzati dalla luce e dai riflessi, restiamo dentro per un pò, in pace con noi stessi, a riflettere ed ad interrogarci.
Completamente storditi torniamo alla realtà e prima di andare via ci muoviamo a passo veloce per are uno sguardo alla gigantesca forma proposta da 2501, un vortice di rami che si fondono il parco circostante per un altro piccolo viaggio interiore, stanchi e arricchiti rimettiamo lo zaino in spalla e torniamo sui nostri passi.
Scrollate giù, dopo il salto le immagini della preparazione dell’allestimento e delle opere presenti all’interno, ricordiamo però che se volete andare a darci un occhiata, ve lo consigliamo caldamente, c’è tempo fino al 2 di Giugno.
Pics by WallsOfMilano and GORGO