Nicola Alessandrini e Lisa Gelli a Sansepolcro sul diritto di migrare per vivere
La quinta tappa di Specie Migranti ha visto Nicola Alessandrini e Lisa Gelli realizzare una nuova pittura a Sansepolcro in provincia di Arezzo. L’opera nasce dalla collaborazione dei due artisti con l’associazione Casermarcheologica e rappresenta l’ideale proseguo del progetto Specie Migranti e delle riflessioni ad esso legate.
Con Specie Migranti da circa due anni i due artisti stanno riflettendo sull’importanza di migrare per vivere, su come ciò rappresenti un bisogno e diritto naturale di ciascun essere umano legato alla ricerca di una condizione di vita migliore.
Alcuni animali migrano ogni stagione, si spostano per trovare luoghi dove possono vivere meglio e sopravvivere. Migrare è quindi una cosa naturale, un passaggio semplice, automatico ed universale, perché per l’uomo deve essere una condanna?
Il duo rifiuta la concezione e le idee che i media stanno costruendo attorno ai migranti. Da una parte descritti come una massa appiattita, dove le parole ‘migrante’, ‘richiedente asilo’e ‘clandestino’ stanno subendo sempre più un’operazione di demonizzazione mass-mediatica. Dall’altra sempre più strumento politico per distogliere l’attenzione sui reali problemi del paese.
Nicola Alessandrini e Lisa Gelli attraverso questo progetto vogliono quindi indagare dentro e fuori le storie di coloro che per scelta, bisogno o necessità cambiano luogo in cui vivere. I due, visto il periodo storico avaro di un dialogo collettivo pubblico e falcidiato da interventi d’arte urbana di natura decorativa più che riflessiva, si pongono in controtendenza legandosi ad una tradizione muralista capace di porre l’aspetto narrativo e sociale al primo posto. Le storie di chi la strada la vive e l’urgenza di raccontarle divengono gli incipit di una serie giunta a Sansepolcro alla sua quinta incarnazione.
Lisa Gelli e Nicola Alessandrini studiano gli animali migratori del posto e li mescoliamo a textures ed elementi tipici dei migranti (nel senso più ampio del termine) che abitano quelle zone. Il processo creativo vede una raccolta di storie, simboli, oggetti sia figurati che figurali, attraverso l’incontro con chi abita l’ambiente di lavoro. Le pitture sono quindi sia una sintesi delle impressioni raccolte, sia un modo di narrare storie a-biografiche in cui ognuno possa ritrovare all’interno il proprio personale viaggio, la propria intima migrazione.
Quest’ultima pittura è ispirata al concetto di unione di più storni in un unico e grande stormo. Un idea che si rifà al concetto di comunità, sia visivamente sia concettualmente, dove un corpo societario unico risulta composto da tante singolarità. Ecco quindi comparire una serie di personaggi diversi e caratterizzati da una propria storia personale che si uniscono e diventano un’unica opera.
Photo credit: Courtesy of The Artists