La tragicità della guerra nel murale di Eron a Cevo in Valle Camonica
Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento con Wall in Art, rassegna d’arte pubblica sostenuta da enti ed istituzioni locali e dalla direzione artistica di Ozmo e il coordinamento di Sergio Cotti Piccinelli e Simona Nava, che da due anni sta portando alcuni dei nomi più importanti della scena italiana e internazionale a contatto con i suggestivi paesaggi della Valle Camonica.
La Valle Camonica è situata nella Lombardia orientale ed è riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità grazie alle circa 250 mila incisioni rupestri presenti su tutto il territorio. Obbiettivo della rassegna è quello non solo di promuovere il territorio ma anche di porre in relazione le opere preistoriche con una pratica artistica contemporanea come il nuovo muralismo.
Il primo artista di questa nuova edizione è Eron che ha realizzato una nuovo intervento sulla parete dell’ex scuola comunale del piccolo centro di Cevo in Valsaviore. L’opera miscela pittura e fenomeni percettivi omaggiando la memoria storica e collettiva del luogo ed ergendosi inoltre come riflessione sulla tragicità della guerra.
L’intervento è parte di “Soul of the Wall” serie di lavori realizzati dall’artista che prendono spunto dal fenomeno percettivo della pareidolìa in cui egli fa letteralmente ‘trasudare’ dalle pareti le figure e le immagini desiderate.
“Soul of the Wall Cevo”, questo il titolo dell’opera, vede una serie di figure legate al vissuto dell’edificio e alla storia del comune emergere dalle macchie di fuliggine ricreate dall’artista. Eron rievoca l’incendio del 3 Luglio 1944 in cui l’intero paese venne bruciato in un atto di rappresaglia contro i Partigiani e in cui 800 persone rimasero senza un casa (su una popolazione di circa 1200 abitanti).
Nell’opera è presente il volto evanescente di Maddalena Bazzana detta ‘Nena’, maestra e prima donna a praticare l’alpinismo a Cevo. Alla sue spalle invece tre scene legate alla Resistenza e alle battaglia in alta quota: il maestro Bartolomeo Cesare Bazzana, padre di Maddelena, guida autorevole della comunità e partigiano colto nell’istante drammatico del controllo documenti, l’ultimo abbraccio tra un soldato e la sua donna e infine la scalata al fronte dell’alpino.
Eron rievoca momenti cruenti e dolorosi al fine di riflettere e farci interrogare sul senso della guerra, ancora una volta l’artista inserisce infatti le colombe, un simbolo di pace, mentre fuggono dall’oscurità dell’incendio e dalla devastazione della guerra che così profondamente ha colpito questi luoghi.
Photo Credit: The Artist e Bassanesi