L’installazione di Dilen Tigreblu nel Parco Delle Groane
Per il progetto SHOT – Inneschi Contemporanei in Polveriera Dilen Tigreblu ha realizzato una nuova installazione all’interno del Parco delle Groane situato nell’area metropolitana di Milano.
Il progetto-residenza SHOT individua l’ex-Polveriera all’interno del Parco Groane come luogo ideale per l’innesco di processi di contaminazione del territorio. L’idea è quella di incentivare un confronto e scambio con la natura e le particolarità di questi luoghi attraverso il lavoro di artisti legati ad una pratica contemporanea.
Nel 1914 i terreni delle Groane grazie alle loro caratteristiche strategiche furono scelti ed espropriati dallo stato italiano diventando un grande deposito di munizioni. Grazie all’aiuto della resistenza partigiana nel Dicembre del 1944 questa area geografica fu individuata a rasa al suolo dagli aerei inglesi.
Ad oggi il sito della ex-Polveriera è trattato come inagibile e percorribile solo con l’accompagnamento di guide esperte. Le strutture militari sono invece ancora li, avvolte dalla natura che negli anni ha coperto le macerie e i crateri lasciati dalla bombe.
All’interno di questo scenario le architetture che meglio riescono a dialogare con la natura sono le torri di avvistamento, queste, situate ai limiti di un perimetro sensibile, permettevano di vedere in anticipo i pericoli assicurando in questo modo la sopravvivenza. Persa la loro funzione primaria grazie agli sviluppi tecnologici, ad oggi delle torri rimangono i pali in ferro verticali, alti quanto gli alberi e a tratti quasi irriconoscibili nella natura.
Il soggetto dell’intervento di Dilen Tigreblu è una delle torri di avvistamento situate all’interno del parco, egli ha lavorato ad un progetto di vestizione con l’intento di dare alla struttura un diverso significato.
L’opera segue fedelmente la struttura architettonica della torre in quanto non intende modificarne la forma ma rappresenta un atto di vestizione effimero. L’atto di coprire, inibendo la funzione per la quale è stata costruita e impedendo la visione in entrambe le direzioni, è stato realizzato attraverso alcuni teli in nylon dipinti a mano con disegni anti-camouflage. L’idea è quella di utilizzare pattern naturali caratterizzati da colori in aperto contrasto con il contesto per rendere la torre evidente e individuabile all’occhio umano. L’artista in questo modo nasconde e riflette sulla memoria storica del luogo sottolineando invece la presenza di una memoria collettiva in stato di abbandono.
Photo Credit: Angelo Jaroszuk Bogasz e Luca Gerace