Carne for Clorofilla Project in Belluno

Torniamo nuovamente per le strade di Belluno per dare uno sguardo all’intervento realizzato da Carne per l’ultima edizione del progetto Clorofilla.

Il cambio di registro adottato da Carne nelle sue ultime uscite è figlio di un diverso tipo di riflessione artistica a cui l’autore si sente in questo momento maggiormente legato. L’interprete ha spostato la propria attenzione verso concetti privi di figurazione, abbracciando in toto una predilezione per forme e linee. La natura essenziale della pittura astratta, ed in particolare quell’interesse per la linea che definisce il vuoto, hanno caratterizzando questo profondo cambio.

L’autore ha voluto fermarsi, procedere verso un percorso introspettivo e di studio, trovando in correnti come il suprematismo ed il concretismo un nuovo tipo di interesse. Nella sua attuale pratica artistica Carne riflette sul concetto di vuoto attraverso la realizzazione di forme, linee ed elementi geometrici essenziali e puri.

La sensibilità per lo spazio, la superficie e l’ambiente di lavoro, affinata dal precedente lavoro portato avanti perlopiù all’interno di edifici, strutture e spazi abbandonati, continua ad essere uno degli elementi chiave del percorso dell’artista.

L’opera realizzata a Clorofilla segna infatti il passo per un approccio differente, un impostazione legata al momento, maggiormente guidata da sensazioni e stimoli coniugati attraverso lo studio dei testi di Kandinsky e Malevič.

Carne dipinge qui in modo libero, riflette sugli equilibri che sente necessari in quel momento per esprimere il proprio concetto di vuoto e di rappresentazione dell’altro ‘metafisico’, ragionando infine in funzione degli elementi e peculiarità presenti sulla superficie di lavoro.

La composizione nasce quindi in progressione, ponendo in equilibrio i singoli elementi fini a se stessi, con l’opera finale che risulta legata ad un personale lavoro di introspezione. Il risultato finale – ci spiega lo stesso artista – è impreziosito dalla sequenza numerica generata in modo del tutto involontario dalle singole figure dipinte. Una sequenza di “3-4-7-11” che diviene anche titolo dell’opera.

Thanks to Clorofilla for The Pics
Pics by Minacori Marzio