108 – “Lo Spirito del Monviso” New Mural at Bunker in Torino
Dopo la splendida “La montagna sottile, la montagna morbida“ aperta all’interno degli spazi della 999Contemporary Gallery di Roma, 108 si sposta a Torino per dare nuovamente il proprio contributo all’interno del bel progetto urbano portato avanti dai ragazzi di URBE all’interno dell’area dell’ex stabilimento SICMA (Società Italiana di Costruzioni Molle e Affini), oramai in disuso dal 2007, riaperto e riqualificato con eventi ed iniziative a carattere sociale, artistico e culturale, sotto il nome di Bunker.
Dopo “Batman“ realizzato nella capitale in concomitanza con l’apertura del suo show, 108 torna quindi a varcare la soglia degli spazi torinesi, con un terzo intervento che ci offre l’opportunità di notare l’evoluzione dell’artista nel corso del tempo.
La ricerca portata avanti con perseveranza, l’ostinazione con la quale il grande interprete italiano continua il suo percorso visivo concentrandosi sul personale studio della forma, ha visto 108, in un solo anno, attraversare periodi stilistici differenti miscelando i suoi studi ed andando ad apportare sostanziali modifiche sul personale rapporto cromatico tra l’artista stesso e le sue particolari forme e viceversa. Il colore riveste una componente fondamentale nei suoi lavori, sebbene il nero sia il fulcro tematico e principale form factor delle sue opere, l’inserimento delle altre tonalità ha mano a mano raggiunto vertici da capogiro, su tutte la parete per Outer Spaces Festival, passando nel corso del tempo da sottili e piccole forme inanellate in una serie di minuscoli rettangoli, ad una visione maggiormente omogenea, con sezioni più organiche e di dimensione maggiori, di contro le sue stesse figure nere hanno, specialmente nell’ultimo periodo, subito un forte influenza catartica, appaiono più incisive, meno morbide, più proiettate verso le loro stesse estremità, raccogliendo nella visione dell’artista una maggiore vicinanza al mondo naturale, in particolare quella della montagna tanto cara all’interprete. Il risultato di questo cambio di passo incide anzitutto sulla forza stessa degli interventi, più forti, maggiormente penetranti, avviluppano lo spazio calamitando l’attenzione di chi osserva, in particolare le sezioni cromatiche vanno mano a mano, attraverso scale di colore in una escalation sempre più scura, a tuffarsi, perdendocisi, all’interno del nero, ci ammiccano di fare la stessa cosa, in un caleidoscopio di sensazioni contrastanti e sempre differenti.
Qui l’ultimo intervento che va a coprire parte del muro e della vetrata, la sensazione in “Lo Spirito del Monviso” è quella di una forma che galleggia e che nella sua stessa silhouette prende proprio ispirazione da quella dalla grande montagna alpina, nel suo cuore centrale 108 fà mano a mano trasalire un grande fascio cromatico, quasi a staccare in due parti i lati della figura, nella parte bassa il cuore della stessa, che va mano a mano a spegnersi salendo di livello. La parte centrale è forse quella che ci ha maggiormente coinvolto, in particolare l’elemento rosso, che vediamo letteralmente staccarsi dagli altri sistemi cromatici, è forse la componente maggiormente esaltante, si ha l’impressione di un vero e proprio balzo visivo che tenta di allungarsi per raggiungere la vetta più alta, in un risultato finale da stropicciarsi gli occhi.
Thanks to The Artist for The Pic