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GORGO

108 – “La mia mente costretta” New Mural in Torino

Vogliamo nuovamente lo sguardo sul lavoro di 108, l’artista ci presenta quest’ultimo intervento realizzato nelle scorse settimane in occasione di The Others Fairs a Torino, un intervento nuovo che colpisce per la particolarità visiva e per l’ennesima nuova direzione intraprese dal grande artista.

Per capire affondo “La mia mente costretta”, questo il titolo dell’opera, bisogna anzitutto approfondire il particolare luogo dove l’opera prende forma, peculiarità infatti di The Others Fair è quella di sviluppare il proprio percorso e progetto espositivo all’interno degli sapzi de Le Nuove, un grande edificio carcerario del 1870 ora appunto adibito a spazio museale permanente. L’artista come sempre prende ispirazione dal luogo e dal posto nel quale si ritrova a lavorare, all’interno di questa suggestiva cornice 108 sviluppa la sua ultima creatura, la nuova forma è in diretta simbiosi con l’aria, le sensazioni e la particolare struttura che la ospita, l’interprete respira le percezioni lasciando loro libero sfogo. Quella che emerge è un figura composta unicamente dal consueto e profondo nero legato ad una serie di figure realizzate unicamente attraverso tonalità grigie, l’idea è quella di non caricare la parete di troppi colori già presenti sul posto, i mattoni, gli infissi, nonostante fossero sbiaditi infatti invadono comunque gli spazi, da qui la scelta di non utilizzare troppe scelte cromatiche. L’interprete poi si fa trasportare dal lato più emotivo del carcere, al suo ingresso si manifestano in lui le sensazioni di una totale assenza di calore, il freddo attanaglia la pelle andando ad influire in modo profondo con il pezzo stesso, 108 sceglie di non inserire volontariamente i colori, lasciare in inalterato l’ambiente e lo spazio affrontando piuttosto un dialogo con lo stesso.

La forma scelte dall’interprete per quest’ultimo lavoro è la diretta conseguenza del ronzio, dell’incessante rimbombare nelle propria mente, dell’influenza di Jean Arp, una componente questa da sempre presente nei lavori dell’artista ma che proprio negli ultimi mesi ha visto una notevole sferzata. È il titolo stesso a segnare questo passaggio, con un lavoro che unisce ancora una volta tutti gli elementi distintivi del grande artista, consegnandoci un opera intensa ed avvolgente.

Thanks to The Artist for The Pucs

108 – “La mia mente costretta” New Mural in Torino

Vogliamo nuovamente lo sguardo sul lavoro di 108, l’artista ci presenta quest’ultimo intervento realizzato nelle scorse settimane in occasione di The Others Fairs a Torino, un intervento nuovo che colpisce per la particolarità visiva e per l’ennesima nuova direzione intraprese dal grande artista.

Per capire affondo “La mia mente costretta”, questo il titolo dell’opera, bisogna anzitutto approfondire il particolare luogo dove l’opera prende forma, peculiarità infatti di The Others Fair è quella di sviluppare il proprio percorso e progetto espositivo all’interno degli sapzi de Le Nuove, un grande edificio carcerario del 1870 ora appunto adibito a spazio museale permanente. L’artista come sempre prende ispirazione dal luogo e dal posto nel quale si ritrova a lavorare, all’interno di questa suggestiva cornice 108 sviluppa la sua ultima creatura, la nuova forma è in diretta simbiosi con l’aria, le sensazioni e la particolare struttura che la ospita, l’interprete respira le percezioni lasciando loro libero sfogo. Quella che emerge è un figura composta unicamente dal consueto e profondo nero legato ad una serie di figure realizzate unicamente attraverso tonalità grigie, l’idea è quella di non caricare la parete di troppi colori già presenti sul posto, i mattoni, gli infissi, nonostante fossero sbiaditi infatti invadono comunque gli spazi, da qui la scelta di non utilizzare troppe scelte cromatiche. L’interprete poi si fa trasportare dal lato più emotivo del carcere, al suo ingresso si manifestano in lui le sensazioni di una totale assenza di calore, il freddo attanaglia la pelle andando ad influire in modo profondo con il pezzo stesso, 108 sceglie di non inserire volontariamente i colori, lasciare in inalterato l’ambiente e lo spazio affrontando piuttosto un dialogo con lo stesso.

La forma scelte dall’interprete per quest’ultimo lavoro è la diretta conseguenza del ronzio, dell’incessante rimbombare nelle propria mente, dell’influenza di Jean Arp, una componente questa da sempre presente nei lavori dell’artista ma che proprio negli ultimi mesi ha visto una notevole sferzata. È il titolo stesso a segnare questo passaggio, con un lavoro che unisce ancora una volta tutti gli elementi distintivi del grande artista, consegnandoci un opera intensa ed avvolgente.

Thanks to The Artist for The Pucs