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GORGO

108 for Memorie Urbane 2015

Prosegue il nostro viaggio tra le meraviglie del Memorie Urbane, tra gli ospiti di spessore ritroviamo con piacere 108, il grande artista italiano nei giorni scorsi si è impegnato nella realizzazione di due nuovi interventi, portando in dote tutto il personale approccio stilistico.

La forza di una pittura astratta, sta tutta nella capacità di veicolare impulsi e percezioni personali sia in chi osserva l’opera, ma sopratutto nell’artista stesso che l’ha concepita. Si tratta quindi di una amalgama, che raccoglie gli stimoli del momento, la personale ricerca dell’autore, in funzione dello spazio e del luogo di lavoro, proiettando sullo stesso visioni e sviluppi di volta in volta inaspettati. Nel nostra raccontarvi 108 ci siamo spesso confrontati con la volontà dell’artista di sviluppare ed imbastire percorsi differenti, forme inaspettate, variando nell’aspetto e nell’equilibrio delle stesse, ma lasciando comunque inalterato il cuore tematico della sua ricerca.

La natura nella sua essenzialità, nel suo spirito intrinseco, rappresenta per l’autore italiano il punto di partenza per una commutazione della forma cadenzata dall’utilizzo del nero come principale vettore tonale. Le forme dell’interprete hanno subito nel corso del tempo trasformazioni cicliche, passando da una silhouette morbida e delicata, a istanti più diretti ed incisivi, laddove, utilizzando differenti tonalità ed imbastendo con le stesse un corpo sfaccettato, queste grandi masse hanno saputo costantemente sorprenderci ed avvolgerci attraverso inaspettate configurazioni. Le intermittenze di colore, sviluppate come nodo fondamentale nello sviluppo delle forme, hanno visto l’artista ragionare sul equilibri tonali differenti e proporre corpose matasse di tinte e colori differenti che di fatto si discostano dal nero pece.

La partecipazione del campione italiano al Festival, ci offre l’opportunità di confrontarci con due differenti lavori, il primo, dipinto sulla parete esterna del cimitero di Gaeta, ha visto l’interprete proseguire nella sua naturale declinazione pittorica. E’ la seconda opera, quella dipinta sulla facciata esterna della Pinacoteca di Arte Contemporanea di Gaeta, a lasciare stupiti, con l’autore che sviluppa un corpo di lavoro direttamente connesso con la personale influenza del grande Alberto Burri nella sua stessa ricerca.

L’impatto con quest’ultima fatica di 108, scuote ed avviluppa, vede l’interprete commutare figure ed elementi differenti che, in un piano verticale, vanno a generare una matassa di forme e figure cromatiche inaspettate. A stupire è anzitutto il massiccio utilizzo di colori e tinte differenti che vanno ad dare forma e sostanza a ciascuno degli elementi che compongono il puzzle finale. L’immagine è infatti cadenzata attraverso l’unione di figure, questa volta, maggiormente sfilacciate, che vanno letteralmente a sostenere la grande matassa total black posta nella parte superiore. L’artista produce e commuta elementi irregolari, servendosi di tasselli e sovrapposizioni cromatiche differenti, gioca con l’idea di vuoto e pieno, stimola un senso di precarietà, immette percorsi lineari all’interno delle sue forme, fino a costruire un puzzle armonico ed equilibrato che si apre ed esercita tutto il suo impatto su tutta la superficie a disposizione. Scossi ed incuriositi, non possiamo fare altro che osservare e lasciarci trasportare.

Come consuetudine ad accompagnare le nostre parole, una intensa serie di scatti con tutti i dettagli di quest’ultima fatica, mettetevi comodi, scrollate giù e dateci un occhiata, siamo certi che anche voi come noi non mancherete di apprezzare.

Thanks to our friends from The Blind Eye Factory for The Pics

108 for Memorie Urbane 2015

Prosegue il nostro viaggio tra le meraviglie del Memorie Urbane, tra gli ospiti di spessore ritroviamo con piacere 108, il grande artista italiano nei giorni scorsi si è impegnato nella realizzazione di due nuovi interventi, portando in dote tutto il personale approccio stilistico.

La forza di una pittura astratta, sta tutta nella capacità di veicolare impulsi e percezioni personali sia in chi osserva l’opera, ma sopratutto nell’artista stesso che l’ha concepita. Si tratta quindi di una amalgama, che raccoglie gli stimoli del momento, la personale ricerca dell’autore, in funzione dello spazio e del luogo di lavoro, proiettando sullo stesso visioni e sviluppi di volta in volta inaspettati. Nel nostra raccontarvi 108 ci siamo spesso confrontati con la volontà dell’artista di sviluppare ed imbastire percorsi differenti, forme inaspettate, variando nell’aspetto e nell’equilibrio delle stesse, ma lasciando comunque inalterato il cuore tematico della sua ricerca.

La natura nella sua essenzialità, nel suo spirito intrinseco, rappresenta per l’autore italiano il punto di partenza per una commutazione della forma cadenzata dall’utilizzo del nero come principale vettore tonale. Le forme dell’interprete hanno subito nel corso del tempo trasformazioni cicliche, passando da una silhouette morbida e delicata, a istanti più diretti ed incisivi, laddove, utilizzando differenti tonalità ed imbastendo con le stesse un corpo sfaccettato, queste grandi masse hanno saputo costantemente sorprenderci ed avvolgerci attraverso inaspettate configurazioni. Le intermittenze di colore, sviluppate come nodo fondamentale nello sviluppo delle forme, hanno visto l’artista ragionare sul equilibri tonali differenti e proporre corpose matasse di tinte e colori differenti che di fatto si discostano dal nero pece.

La partecipazione del campione italiano al Festival, ci offre l’opportunità di confrontarci con due differenti lavori, il primo, dipinto sulla parete esterna del cimitero di Gaeta, ha visto l’interprete proseguire nella sua naturale declinazione pittorica. E’ la seconda opera, quella dipinta sulla facciata esterna della Pinacoteca di Arte Contemporanea di Gaeta, a lasciare stupiti, con l’autore che sviluppa un corpo di lavoro direttamente connesso con la personale influenza del grande Alberto Burri nella sua stessa ricerca.

L’impatto con quest’ultima fatica di 108, scuote ed avviluppa, vede l’interprete commutare figure ed elementi differenti che, in un piano verticale, vanno a generare una matassa di forme e figure cromatiche inaspettate. A stupire è anzitutto il massiccio utilizzo di colori e tinte differenti che vanno ad dare forma e sostanza a ciascuno degli elementi che compongono il puzzle finale. L’immagine è infatti cadenzata attraverso l’unione di figure, questa volta, maggiormente sfilacciate, che vanno letteralmente a sostenere la grande matassa total black posta nella parte superiore. L’artista produce e commuta elementi irregolari, servendosi di tasselli e sovrapposizioni cromatiche differenti, gioca con l’idea di vuoto e pieno, stimola un senso di precarietà, immette percorsi lineari all’interno delle sue forme, fino a costruire un puzzle armonico ed equilibrato che si apre ed esercita tutto il suo impatto su tutta la superficie a disposizione. Scossi ed incuriositi, non possiamo fare altro che osservare e lasciarci trasportare.

Come consuetudine ad accompagnare le nostre parole, una intensa serie di scatti con tutti i dettagli di quest’ultima fatica, mettetevi comodi, scrollate giù e dateci un occhiata, siamo certi che anche voi come noi non mancherete di apprezzare.

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