1010 – New Mural for St+art Delhi 2015
Tra i grandi ospiti di questa terza edizione del St+art Delhi 2015, troviamo 1010 che nei giorni scorsi ha terminato di realizzare questa nuova e peculiare opera portando in dote ancora una volta tutto il suo particolare approccio tematico e stilistico.
È importante anzitutto sottolineare il forte impatto che la rassegna ha avuto per l’India. Si tratta infatti del primo festival d’arte urbana, ed ha saputo in questi anni di programmazione al fianco delle istituzioni, da una parte, far crescere la scena locale offrendo spazi ed organizzando laboratori di livello, dall’altra, attraverso l’invito di autori di spessore internazionale, proporre significative variazioni stilistiche e tematiche. Sempre più persone quindi hanno capito e continuano a scoprire la potenza e l’impatto di un mezzo espressivo come l’arte urbana, in un contesto sociale differente e stimolato, dall’idea di portare avanti una tematica lavorativa in grado di far riflettere su determinati spunti sociali. Il contatto con il pubblico, approfondendo temi come l’emancipazione femminile, appare quindi uno dei cardini dell’intero progetto.
Quest’ultima edizione è scandita dalla volontà di offrire superfici di lavoro quanto più varie ed eterogenee, tra pitture ed installazioni che prendono vita su pareti, pilastri, sottopassi ed edifici governative, andando infine a concentrarsi su alcune zone in forte difficoltà sociale, con l’idea di migliorarne l’aspetto e soprattutto dare alla persone di questi luoghi, una maggiore visibilità, ricordate le opere di Axel Void?
In un clima quindi scambio tra la comunità artistica Indiana, e gli artisti internazionali chiamati ad immergersi nel tessuto sociale ed architettonico del paese, ecco emergere l’intervento di 1010.
Di ritorno dall’eccellente “Limbus“, la bella esibizione aperta a San Francisco il mese scorso, l’autore torna a lavorare su parete proponendo uno dei suoi classici ‘portali’. Alla base delle produzioni dell’artista troviamo infatti un personale moto stilistico in grado di commutare completamente la percezione dello spazio. Gli interventi, attraverso una costante variazione cromatica, simulano quindi la presenza di una apertura in grado di sovvertire il valore piatto della superfice. Queste particolari fessure, costantemente variate dall’interprete nella loro forma finale, vengono scandite da significative differenze tonali. Ogni livello raccoglie un colore, che va infine a confluire nelle oscurità del nero, e che rappresenta una dissolvenza differente in armonia con il gli stimoli visivi del panorama circostante.
L’opera realizzata da 1010 eredita alla perfezione quelli che sono gli stimoli stilistici dell’artista attraverso un forma direttamente connessa con le particolari architetture Indiane. Ecco quindi comparire una serie di grandi e piccoli quadrati, intrecciati tra di loro e capaci come consuetudine di bucare lo spazio fisico.
Per darvi modo di apprezzare appieno le meraviglie del festival, vi lasciamo ad una bella ed intensa serie di scatti con le immagini del making of e tutti i dettagli di quest’ultima fatica dell’artista, dateci un occhiata e restate sintonizzati, nei prossimi giorni proseguiremo il nostro viaggio in India.
Thanks to The Festival for The Pics
Pics by Pranav Mehta