Emanuele Kabu – “It’s Called Moon” A New Video
Dopo mesi di duro lavoro finalmente è uscito l’ultima magia di Emanuele Kabu, l’artista italiano presenta il suo ultimo video, una vera e propria esperienza che ho sentito a pelle, una vibrazione dei sensi che non mi capitava da parecchio tempo e chi mi ha lasciato letteralmente basito.
La curiosità sulle produzioni di Emanuele Kabu è sempre piuttosto elevata, l’interprete da anni porta avanti un progetto video che poggia le sue solide basi sul proprio e personale immaginario, la natura regna incontrastata e in questa sua nuova incarnazione va a scalfire profondamente quelli che sono gli aspetti più personali e viscerali dell’artista stesso.
Dalle immagini alla musica in “It’s Called Moon”, questo è il titolo del video, veniamo letteralmente inghiottiti in una sorta di breve ed intensissimo viaggio metafisico, a cavallo tra sogno e realtà, in quello spazio di quasi incoscienza che ci accompagna la notte poco prima di addormentarci, il cervello lentamente si spegne ed emergono flussi di immagini, pensieri non controllati, inondando la testa per poi svanire, spenti dall’interruttore del sonno e nel buio prima del suo silenzio.
Ecco Emanuele Kabu è privo di interruttore, o meglio il suo interruttore è rotto, qualcuno o qualcosa gliel’ha portato via, lasciandogli un tempo di confronto con se stesso maggiore del solito, si ritrova sospeso in una sorta di limbo il cui il sonno lentamente tenta di prendersi il corpo, in cui la mente rimane soggiogata da immagini, suoni che ristagnano, si riciclano, cambiano aspetto fisionomia e forma, il bianco e nero fanno spazio aprendosi ai colori, l’acido delle emozioni più forti inonda i vuoti formando figure ed elementi nuovi, una danza metafisica che va avanti, torna indietro, esplode, scompare e ritorna, passo dopo passo, frame by frame, l’occhio non resiste, batte una palpebra, e sono ancora lì, ancora una volta, e sono ancora lì, fino al buio, al caldo del nulla, un momento di pace, sperato e rincorso e finalmente ritrovato. Riamane un dubbio, silenzioso e strisciante che mano a mano si fa spazio tra i pensieri quotidiani, qual’è la vera pace? è se fosse il rendersi conto che finalmente ci sta per addormentare, se fosse il prima quando le emozioni, le immagini ed i suoni si mescolano nella nostra mente dando vita ad una esperienza sospesa e celata nelle nostre emozioni prive di razionalità?
Fermatevi un secondo, distogliete l’attenzione da quello che state facendo, mettete a tutto schermo il video e il volume esageratamente alto, fatevi cullare dalle immagini, fatevi accompagnare dalle sferzate delle note musicali, dai capovolgimenti, dalla danza delle immagini, addentratevi nel sogno, nei suoi colori acidi, nei vuoti che si riempiono, fermatevi un secondo, ne vale davvero al pena.
I usually go to sleep at half past one. After a few hours I wake up for no reason. Fuck. But I go back to sleep. After a few hours I wake up again. That sucks.
A friend recommends melatonin, but I prefer red wine. The situation improves a bit but a few days later everything is the same as before…even worse because the awakening is more painful.Then I turn to melatonin. I take the most powerful one, it’s called “Moon”. No change.
It’s as if all the images of the day were permanently imprinted on my retina not letting me sleep.
It goes on like this… sleep… wake up… sleep… wake up… all night… and I always wake up before the alarm.Lately, however, I have moments of peace.