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GORGO

Nicola Alessandrini x Gio Pistone at Alterazioni Festival 2014

Ci spostiamo con piacere ad Arcidosso in Provincia di Grosseto, qui per la nuova edizione dell’Alterazioni Festival ritroviamo con piacere Nicola Alessandrini e Gio Pistone, il duo si è impegnato nella realizzazione di un nuovo intervento largamente ispirata a Davide Lazzaretti.

La rassegna per il secondo anno dà quindi spazio all’arte urbana proponendo un intervento scandito dalla combinazione tra due interpreti che, come per il precedente intervento all’interno della – 1 Art Gallery (Covered), vanno a far collidere i due rispettivi universi andando a cogliere questa volta una delle storie più controverse del luogo, quella appunto legata a Davide Lazzaretti.

La storie del Cristo dell’Amiata e soprattutto della sua morte, da cui prende ispirazione l’opera dei due interpreti, rappresenta una pagina tutt’oggi poco chiara. La figura di Lazzaretti, vissuto verso metà ‘800 e legata al cosiddetto Giurisdavidismo o Chiesa Giurisdavidica, è una di quelle scomode per la chiesa, un visionario che dopo la sua tragica fine ad opera di un gendarme, proprio ad Arcidosso di fronte alla sua gente e nel mentre di una processione, è divenuta nel corso del tempo famosa a livello nazionale ed internazionale.

Gio Pistone e Nicola Alessandrini vanno quindi a cogliere e raffigurare una personale rielaborazione della morte del personaggio, cogliendo rispettivamente una peculiare rappresentazione sia del predicatore che del gendarme che lo ha freddato. L’idea è quella di legare quest’immagine di violenza con quelle a cui siamo spettatori tutti i giorni, con le storie di morte, mettendo in particolare l’accento sulla violenza esplicita e accettata che viene perpetrata delle forze dell’ordine.

Per sviluppare una tematica così importante i due artisti vanno quindi a realizzare attraverso i personali percorsi visivi le due figure contrapposte, ognuna per ciascuna delle due estremità. Gio Pistone insiste nel portare avanti il peculiare approccio stilistico laddove attraverso il proprio immaginario la figura del gendarme assume l’aspetto di un coniglio-gatto.

La scelta si rivela nient’affatto casuale, la volontà dell’artista è infatti quella di innescare una serie di paragoni, il buono che diventa male, così come il coniglio che da cacciato diventa cacciatore, immagine tipica dei cartoons, laddove al tempo stesso il volto della figura, se visto capovolto, richiama quello di un uomo con i baffi. È questo continuo passaggio tra giusto e sbagliato che vuole appunto mettere l’accento sugli atti di coloro che, nonostante dovrebbero rappresentare il bene, si macchiano di crimini violenti e di morte.

Attraverso il consueto tratto vivo, virulento ed esplicitamente realistico, Nicola Alessandrini dà vita invece alla personale rielaborazione delle figura di Lazzaretti, da agnello diviene montone, in un sottile passaggio da animale sacrificale a bestia battagliera. Nella composizione dell’artista traboccano gli elementi, la ferita che si apre generando sceglie geometriche, ma in particolare qui sono le braccia e le mani a parlare. L’interprete segna infatti l’opera concentrando in proprio sforzi proprio sugli arti in quella che diviene una triplice lettura, l’uomo con la mano intenta a toccarsi la ferita, il religioso con le mani in preghiera ed infine il combattente con il pugno rivolto verso il suo carnefice.

Nient’altro da aggiungere, vi lasciamo piuttosto ad una ricca serie di scatti con tutti i dettagli dell’intervento, dateci un occhiata, siamo certi che anche voi come noi non mancherete di apprezzare, è tutto dopo il salto!

Thanks to The Artists for The Pics

Nicola Alessandrini x Gio Pistone at Alterazioni Festival 2014

Ci spostiamo con piacere ad Arcidosso in Provincia di Grosseto, qui per la nuova edizione dell’Alterazioni Festival ritroviamo con piacere Nicola Alessandrini e Gio Pistone, il duo si è impegnato nella realizzazione di un nuovo intervento largamente ispirata a Davide Lazzaretti.

La rassegna per il secondo anno dà quindi spazio all’arte urbana proponendo un intervento scandito dalla combinazione tra due interpreti che, come per il precedente intervento all’interno della – 1 Art Gallery (Covered), vanno a far collidere i due rispettivi universi andando a cogliere questa volta una delle storie più controverse del luogo, quella appunto legata a Davide Lazzaretti.

La storie del Cristo dell’Amiata e soprattutto della sua morte, da cui prende ispirazione l’opera dei due interpreti, rappresenta una pagina tutt’oggi poco chiara. La figura di Lazzaretti, vissuto verso metà ‘800 e legata al cosiddetto Giurisdavidismo o Chiesa Giurisdavidica, è una di quelle scomode per la chiesa, un visionario che dopo la sua tragica fine ad opera di un gendarme, proprio ad Arcidosso di fronte alla sua gente e nel mentre di una processione, è divenuta nel corso del tempo famosa a livello nazionale ed internazionale.

Gio Pistone e Nicola Alessandrini vanno quindi a cogliere e raffigurare una personale rielaborazione della morte del personaggio, cogliendo rispettivamente una peculiare rappresentazione sia del predicatore che del gendarme che lo ha freddato. L’idea è quella di legare quest’immagine di violenza con quelle a cui siamo spettatori tutti i giorni, con le storie di morte, mettendo in particolare l’accento sulla violenza esplicita e accettata che viene perpetrata delle forze dell’ordine.

Per sviluppare una tematica così importante i due artisti vanno quindi a realizzare attraverso i personali percorsi visivi le due figure contrapposte, ognuna per ciascuna delle due estremità. Gio Pistone insiste nel portare avanti il peculiare approccio stilistico laddove attraverso il proprio immaginario la figura del gendarme assume l’aspetto di un coniglio-gatto.

La scelta si rivela nient’affatto casuale, la volontà dell’artista è infatti quella di innescare una serie di paragoni, il buono che diventa male, così come il coniglio che da cacciato diventa cacciatore, immagine tipica dei cartoons, laddove al tempo stesso il volto della figura, se visto capovolto, richiama quello di un uomo con i baffi. È questo continuo passaggio tra giusto e sbagliato che vuole appunto mettere l’accento sugli atti di coloro che, nonostante dovrebbero rappresentare il bene, si macchiano di crimini violenti e di morte.

Attraverso il consueto tratto vivo, virulento ed esplicitamente realistico, Nicola Alessandrini dà vita invece alla personale rielaborazione delle figura di Lazzaretti, da agnello diviene montone, in un sottile passaggio da animale sacrificale a bestia battagliera. Nella composizione dell’artista traboccano gli elementi, la ferita che si apre generando sceglie geometriche, ma in particolare qui sono le braccia e le mani a parlare. L’interprete segna infatti l’opera concentrando in proprio sforzi proprio sugli arti in quella che diviene una triplice lettura, l’uomo con la mano intenta a toccarsi la ferita, il religioso con le mani in preghiera ed infine il combattente con il pugno rivolto verso il suo carnefice.

Nient’altro da aggiungere, vi lasciamo piuttosto ad una ricca serie di scatti con tutti i dettagli dell’intervento, dateci un occhiata, siamo certi che anche voi come noi non mancherete di apprezzare, è tutto dopo il salto!

Thanks to The Artists for The Pics