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Murales contro la Guerra: I Guerrilla Spam a San Lorenzo, Roma

Per un progetto curato da Nufactory i Guerrilla Spam hanno realizzato un nuovo murale nel quartiere di San Lorenzo a Roma. L’opera prende vita sui tre piani di una facciata cieca, uno spazio venutosi a creare dopo il crollo di una palazzina bombardata durante Seconda Guerra Mondiale e lasciata così a ricordo dell’evento.

Strutturata come un trittico, la pittura vuole sia ricordare e commemorare le vittime dei bombardamenti a San Lorenzo del 1943, sia ricordarci le guerre odierne in corso altrove in tutto il mondo, dall’Africa al Medio Oriente. I Guerrilla Spam trattano l’argomento attraverso una serie di metafore, sottotesti, spunti e riferimenti, sia legati al luogo che non, per sviluppare un efficace riflessione sull’attuale periodo storico sottolineando come la guerra, seppur lontana e quasi impercettibile, sia in egual modo tremenda e violenta in tutte le sue forme, tempi e luoghi.

Nella facciata sinistra troviamo i riferimenti ai bombardamenti nel quartiere San Lorenzo, in quella destra a quelli odierni collocabili, come suggeriscono i personaggi e le architetture rappresentate, nel Medio Oriente. Più in basso vediamo due morti adagiati e sepolti, ispirati a dei modelli di un murales del grande Diego Rivera, che insieme formano una similitudine tra defunti appartenenti a mondi differenti.

La parte centrale è invece occupata da una Dea Madre, che può ricordare una Madonna Nera, che accoglie metaforicamente nelle sue vesti tutte le popolazioni del mondo raffigurate come teste con differenti tratti e caratteristiche.

Nella parte più alta della facciata sono presenti tre nicchie. In quella centrale i Guerrilla Spam hanno dipinto il nodo di Salomone, un simbolo di continuità e unione tra i popoli, a sinistra la volta a botte tipica romana mentre a destra la volta ad arco carenato originaria dell’Asia, nata come arco delle nicchie del Budda e divenuta fondamentale per la creazione dello stile gotico.

Photo credit: Rita Restifo, Alessandro Imbriaco, Ilaria Giorgi, Valentino Bonaquisti

Murales contro la Guerra: I Guerrilla Spam a San Lorenzo, Roma

Per un progetto curato da Nufactory i Guerrilla Spam hanno realizzato un nuovo murale nel quartiere di San Lorenzo a Roma. L’opera prende vita sui tre piani di una facciata cieca, uno spazio venutosi a creare dopo il crollo di una palazzina bombardata durante Seconda Guerra Mondiale e lasciata così a ricordo dell’evento.

Strutturata come un trittico, la pittura vuole sia ricordare e commemorare le vittime dei bombardamenti a San Lorenzo del 1943, sia ricordarci le guerre odierne in corso altrove in tutto il mondo, dall’Africa al Medio Oriente. I Guerrilla Spam trattano l’argomento attraverso una serie di metafore, sottotesti, spunti e riferimenti, sia legati al luogo che non, per sviluppare un efficace riflessione sull’attuale periodo storico sottolineando come la guerra, seppur lontana e quasi impercettibile, sia in egual modo tremenda e violenta in tutte le sue forme, tempi e luoghi.

Nella facciata sinistra troviamo i riferimenti ai bombardamenti nel quartiere San Lorenzo, in quella destra a quelli odierni collocabili, come suggeriscono i personaggi e le architetture rappresentate, nel Medio Oriente. Più in basso vediamo due morti adagiati e sepolti, ispirati a dei modelli di un murales del grande Diego Rivera, che insieme formano una similitudine tra defunti appartenenti a mondi differenti.

La parte centrale è invece occupata da una Dea Madre, che può ricordare una Madonna Nera, che accoglie metaforicamente nelle sue vesti tutte le popolazioni del mondo raffigurate come teste con differenti tratti e caratteristiche.

Nella parte più alta della facciata sono presenti tre nicchie. In quella centrale i Guerrilla Spam hanno dipinto il nodo di Salomone, un simbolo di continuità e unione tra i popoli, a sinistra la volta a botte tipica romana mentre a destra la volta ad arco carenato originaria dell’Asia, nata come arco delle nicchie del Budda e divenuta fondamentale per la creazione dello stile gotico.

Photo credit: Rita Restifo, Alessandro Imbriaco, Ilaria Giorgi, Valentino Bonaquisti