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GORGO

Gola Hundun “Sprout and Ruler” at Artesano Project 2016

Prenditi del tempo, guardati attorno, riconcilia il tuo spirito con ciò che ti circonda. Riappropriati della bellezza insita nella natura, fallo in modo armonioso, cercando quell’emozione perduta, quel legame che con il tempo hai saputo affievolire, quasi cancellare.
Parlo a te uomo! a te che hai ingabbiato il verde in macchie alternate al cemento, a te che non hai saputo più ricordare lo spirito di certi paesaggi, di alcune viste, odori ed emozioni. A te che tenti di imporre il tuo controllo, la tua razionalità, per tentare di contrastare il caos creativo della natura.
Hai scordato, hai sepolto negli abissi del tuo stesso spirito il legame delicato, l’eufonia che si amplifica con il silenzio. Tenti invano ed in modo ostinato di ritrovare quella pace primordiale, quel sentimento che in verità si cela dietro tutto ciò che cinge i tuoi passi.

C’è speranza però. C’è chi vede, scruta e fa suo, lasciando che il proprio involucro epidermico percepisca ancora certi impulsi, certe sensazioni ed emozioni.
Che chi sceglie di raccogliere l’eredità di questo grande caleidoscopio di percezioni differenti, plasmandone l’aspetto in nuova forma, riuscendo in questo modo a riallacciare un rapporto (quasi) perduto, tenendo accesa una fiamma che con difficoltà è arrivata ai giorni nostri.

Gola Hundun affonda le radici del suo immaginario nella terra, dalla stessa e per la stessa. Toccandone con mano le estensioni, tracciandone di nuove, immaginandone e plasmandone di inedite. L’artista Italiano con base a Barcellona raccoglie l’eredità di certi sentimenti perduti, di miti e storie antiche, riequilibrando un rapporto incrinato, proponendo un personale manifesto visivo in cui esplora e riflette la relazione tra l’essere umano e la biosfera. Ricercando un contatto nuovo, finalmente maturo, in grado di porsi come nuovo equilibrio, finalmente cosciente ed armonico.

Gli animali, le piante, arrivando al pianeta stesso, divengono interlocutori e principali vettori stilistico attraverso i quali tratteggiare una riflessione sulle divergenze, su due opposti che continuano la loro forza attrattiva e repulsivia, in modo ciclico, in modo arcaico e primordiale.

Nelle opere dell’artista esplodono metafore e sensazioni mistiche. Gola Hundun libera trame e canovacci naturali, dove animali, piante, rampicanti, fiori e tutti gli elementi del verde, si congiungo, si mescolano generando tracce cromatiche che, partendo dal verde, ne coprono tutto lo spettro tonale.

Non si tratta però di un mero omaggio, c’è un profondo rispetto che si traduce in una costante ricerca nei contenuti espressi, atta a sottolineare temi come la coesistenza tra uomo e natura. In ciò risiede il disgusto per l’antropocentrismo, misurato attraverso la volontà di proporre una sorta di personale rappacificamento, contrastando l’antitesi tra mondo animale e naturale, con ciò che l’uomo ha costruito.

La stessa scelta dei colori e delle tracce tonali, rivela la volontà di opporsi al grigio dei palazzi e del cemento, all’ordine schematico imposto dalle costruzioni e dalla architetture umane. Tutto ciò viene quindi aggredito dal verde in tutte le sue sfaccettature, lasciando spazio alla bellezza fluida, al caos ed la spontaneità della natura.

Queste riflessioni portano l’artista ad abbracciare il metaforico ed il simbolico. Le fascinazioni espresse, si slanciano in un intento si rinascita personale dove l’uomo compie un riavvicinamento con ciò che lo circonda. Nell’idea dell’autore si tratta di un ritorno alle origini, con l’intento di (ri)sentirsi parte integrante del pianeta. Vi è una evoluzione ora spirituale, ora coscienziosa, atta ad ad innalzarne la semplice vita terrena per mezzo di uno sviluppo più viscerale e sensitivo, andando ad abbracciare le proprio origini ed il suo vero essere.

Recentemente Gola Hundun ha preso parte all’Artesano Project. Il progetto ha visto al lavoro in questi anni, alcuni dei nomi più importanti della scena internazionale e sudamericana, al confronto con il tessuto sociale ed urbano della Repubblica Domenica. L’obiettivo è quello di sviluppare un dialogo, in particolare con i più giovani, che possa mostrare come, attraverso l’arte, sia possibile uno stile di vita alternativo.

Dal titolo “Sprout and Ruler” l’intervento proposto da Gola Hundun rappresenta una esperienza, misurabile in due differenti lavori, legati a vicenda da una comune direzione tematica ed artistica che ben esplicita i temi e la visione dell’autore Italiano.

Al primo giorno, appena arrivato a San Pedro de Macoris ,quest’anno sede dell’evento, Gola Hundun vagando per le strade della cittadina, si è imbattuto in un edificio abbandonato al suo destino.

La particolare struttura si è mostrata come un opera d’arte plasmata dalle intemperie, dal tempo, dalla natura che inesorabilmente e sostenuta dal tempo, si riappropria degli spazi. Il verde che conquista l’architettura umana di quello che una volta era un edificio massonico.

Il contenuto simbolico di questa immagine ready-made è così forte, che l’artista ha deciso di lavorare in simbiosi con ciò che di fatto era già presente in questo luogo. Senza quindi imporre la propria visione, ma anzi dialogando con lo spazio in modo totale, raccogliendo l’eredità della forte caratterizzazione già esistente all’interno ed all’esterno dello stesso.

In questo senso la scelta è ricaduta sull’inserimento di un dettaglio, atto da una parte a catturare l’attenzione, dall’altra ad esprimere in modo efficace concetti, spunti e fascinazioni personali.

L’opera nella sua duplice interezza, rappresenta la perfetta dicotomia tra il caos creativo della natura e la necessità dell’essere umano di definire le leggi dell’universo, rovescio di una medesima medaglia chiamata natura. Madre Natura si riappropria dello spazio, un tempio costruito dal Grande Architetto dell’Universo.

L’intervento proposto da Gola Hundun si pone al tempo stesso come riflessione sulla bellezza intrinseca del luogo stesso, attraverso un profondo rispetto per quanto già compiuto dalla natura. L’autore lavora a stretto contatto con la stessa, si inserisce in modo attivo nello spazio, trasformandosi in elemento e spirito umano, addentrandosi e proponendo al suo interno una sorta di performance in grado di rievocare gli antichi rituali massonici di passaggio di grado. Lavorando in totale libertà e assonanza con ciò che lo circonda, privandosi dei vestiti, dove la scelta del nudo è pensata per sottolineare l’intrinseco rapporto con la natura, e la nudità diviene simbolo e reminiscenze del paganesimo.

Thanks to The Artist for The Pics
Video by Tostfilms
Pics by Sookie Gullyart (outside) and Mario Delgado (inside)

Gola Hundun “Sprout and Ruler” at Artesano Project 2016

Prenditi del tempo, guardati attorno, riconcilia il tuo spirito con ciò che ti circonda. Riappropriati della bellezza insita nella natura, fallo in modo armonioso, cercando quell’emozione perduta, quel legame che con il tempo hai saputo affievolire, quasi cancellare.
Parlo a te uomo! a te che hai ingabbiato il verde in macchie alternate al cemento, a te che non hai saputo più ricordare lo spirito di certi paesaggi, di alcune viste, odori ed emozioni. A te che tenti di imporre il tuo controllo, la tua razionalità, per tentare di contrastare il caos creativo della natura.
Hai scordato, hai sepolto negli abissi del tuo stesso spirito il legame delicato, l’eufonia che si amplifica con il silenzio. Tenti invano ed in modo ostinato di ritrovare quella pace primordiale, quel sentimento che in verità si cela dietro tutto ciò che cinge i tuoi passi.

C’è speranza però. C’è chi vede, scruta e fa suo, lasciando che il proprio involucro epidermico percepisca ancora certi impulsi, certe sensazioni ed emozioni.
Che chi sceglie di raccogliere l’eredità di questo grande caleidoscopio di percezioni differenti, plasmandone l’aspetto in nuova forma, riuscendo in questo modo a riallacciare un rapporto (quasi) perduto, tenendo accesa una fiamma che con difficoltà è arrivata ai giorni nostri.

Gola Hundun affonda le radici del suo immaginario nella terra, dalla stessa e per la stessa. Toccandone con mano le estensioni, tracciandone di nuove, immaginandone e plasmandone di inedite. L’artista Italiano con base a Barcellona raccoglie l’eredità di certi sentimenti perduti, di miti e storie antiche, riequilibrando un rapporto incrinato, proponendo un personale manifesto visivo in cui esplora e riflette la relazione tra l’essere umano e la biosfera. Ricercando un contatto nuovo, finalmente maturo, in grado di porsi come nuovo equilibrio, finalmente cosciente ed armonico.

Gli animali, le piante, arrivando al pianeta stesso, divengono interlocutori e principali vettori stilistico attraverso i quali tratteggiare una riflessione sulle divergenze, su due opposti che continuano la loro forza attrattiva e repulsivia, in modo ciclico, in modo arcaico e primordiale.

Nelle opere dell’artista esplodono metafore e sensazioni mistiche. Gola Hundun libera trame e canovacci naturali, dove animali, piante, rampicanti, fiori e tutti gli elementi del verde, si congiungo, si mescolano generando tracce cromatiche che, partendo dal verde, ne coprono tutto lo spettro tonale.

Non si tratta però di un mero omaggio, c’è un profondo rispetto che si traduce in una costante ricerca nei contenuti espressi, atta a sottolineare temi come la coesistenza tra uomo e natura. In ciò risiede il disgusto per l’antropocentrismo, misurato attraverso la volontà di proporre una sorta di personale rappacificamento, contrastando l’antitesi tra mondo animale e naturale, con ciò che l’uomo ha costruito.

La stessa scelta dei colori e delle tracce tonali, rivela la volontà di opporsi al grigio dei palazzi e del cemento, all’ordine schematico imposto dalle costruzioni e dalla architetture umane. Tutto ciò viene quindi aggredito dal verde in tutte le sue sfaccettature, lasciando spazio alla bellezza fluida, al caos ed la spontaneità della natura.

Queste riflessioni portano l’artista ad abbracciare il metaforico ed il simbolico. Le fascinazioni espresse, si slanciano in un intento si rinascita personale dove l’uomo compie un riavvicinamento con ciò che lo circonda. Nell’idea dell’autore si tratta di un ritorno alle origini, con l’intento di (ri)sentirsi parte integrante del pianeta. Vi è una evoluzione ora spirituale, ora coscienziosa, atta ad ad innalzarne la semplice vita terrena per mezzo di uno sviluppo più viscerale e sensitivo, andando ad abbracciare le proprio origini ed il suo vero essere.

Recentemente Gola Hundun ha preso parte all’Artesano Project. Il progetto ha visto al lavoro in questi anni, alcuni dei nomi più importanti della scena internazionale e sudamericana, al confronto con il tessuto sociale ed urbano della Repubblica Domenica. L’obiettivo è quello di sviluppare un dialogo, in particolare con i più giovani, che possa mostrare come, attraverso l’arte, sia possibile uno stile di vita alternativo.

Dal titolo “Sprout and Ruler” l’intervento proposto da Gola Hundun rappresenta una esperienza, misurabile in due differenti lavori, legati a vicenda da una comune direzione tematica ed artistica che ben esplicita i temi e la visione dell’autore Italiano.

Al primo giorno, appena arrivato a San Pedro de Macoris ,quest’anno sede dell’evento, Gola Hundun vagando per le strade della cittadina, si è imbattuto in un edificio abbandonato al suo destino.

La particolare struttura si è mostrata come un opera d’arte plasmata dalle intemperie, dal tempo, dalla natura che inesorabilmente e sostenuta dal tempo, si riappropria degli spazi. Il verde che conquista l’architettura umana di quello che una volta era un edificio massonico.

Il contenuto simbolico di questa immagine ready-made è così forte, che l’artista ha deciso di lavorare in simbiosi con ciò che di fatto era già presente in questo luogo. Senza quindi imporre la propria visione, ma anzi dialogando con lo spazio in modo totale, raccogliendo l’eredità della forte caratterizzazione già esistente all’interno ed all’esterno dello stesso.

In questo senso la scelta è ricaduta sull’inserimento di un dettaglio, atto da una parte a catturare l’attenzione, dall’altra ad esprimere in modo efficace concetti, spunti e fascinazioni personali.

L’opera nella sua duplice interezza, rappresenta la perfetta dicotomia tra il caos creativo della natura e la necessità dell’essere umano di definire le leggi dell’universo, rovescio di una medesima medaglia chiamata natura. Madre Natura si riappropria dello spazio, un tempio costruito dal Grande Architetto dell’Universo.

L’intervento proposto da Gola Hundun si pone al tempo stesso come riflessione sulla bellezza intrinseca del luogo stesso, attraverso un profondo rispetto per quanto già compiuto dalla natura. L’autore lavora a stretto contatto con la stessa, si inserisce in modo attivo nello spazio, trasformandosi in elemento e spirito umano, addentrandosi e proponendo al suo interno una sorta di performance in grado di rievocare gli antichi rituali massonici di passaggio di grado. Lavorando in totale libertà e assonanza con ciò che lo circonda, privandosi dei vestiti, dove la scelta del nudo è pensata per sottolineare l’intrinseco rapporto con la natura, e la nudità diviene simbolo e reminiscenze del paganesimo.

Thanks to The Artist for The Pics
Video by Tostfilms
Pics by Sookie Gullyart (outside) and Mario Delgado (inside)